Roma, Palaeur, 16 Maggio 1996

Data e luogo del concerto
Giovedì 16 Maggio 1996
Palaeur di Roma

Gruppo/i di supporto
The Wildhearts

Set list del concerto

  • Intro (Beavis & Butthead)
  • Back in black
  • Shot down in flames
  • Thunderstruck
  • Girls got rhythm
  • Cover you in oil
  • Shoot to thrill
  • Boogie man
  • Hard as a rock
  • Hell’s bells
  • Dog eat dog
  • The Jack
  • Ballbreaker
  • Rock ‘n’ roll ain’t noise pollution
  • Dirty deeds done dirt cheap
  • You shook me all night long
  • Whole lotta rosie
  • T.N.T.
  • Let there be rock
  • Highway to hell
  • For those about to rock

Recensione di Salvatore Guadagni

Le mie orecchie quasi scoppiano ad ascoltare il terremoto scatenato dalla batteria di un mio amico quando all’ improvviso lo interrompo e gli chiedo se mi fa ascoltare la sequenza di percussioni di un pezzo degli ac/dc (who made who). Lui con un sorriso ironico mi fa: gli ac/dc????? esistono ancora? spiacente non è il mio genere, ma se ti può interessare ho sentito dire che verranno a suonare in italia…

Ritorno a casa con la testa che mi scoppia ma con l’ intento di prendere il telefono in mano e chiamare il box office a me piu vicino. La domanda ve la immaginerete, la risposta fu: si verranno in italia a maggio . Attaccai la cornetta felicissimo perchè ero sicuro che stava per avverarsi un mio sogno. Il giorno successivo mi precipitai ad acquistare due biglietti al prezzo di 80000 vecchie lire, era il mese di gennaio, li conservai fino al 16 maggio…. Durante quell interminabile periodo mi domandavo se quel concerto poteva somigliare almeno lontanamente al live in Paris del 1980, oppure: faranno i pezzi vecchi? Finalmente arriva il 16 maggio. Vado a scuola, esco alle 13:30 e mi precipito a casa. Il tempo di ingoiare un boccone e di fare una rapida doccia, salto come i fratelli Duke (dal finestrino) nella fiat tipo tutta sporca del mio caro amico e finalmente si parte. Agos aveva una fame da lupo e così fu inevitabile una sosta all’ autogrill. Li dentro c’ erano tre ragazzi con addosso le magliette degli ac/dc. Pensai che anche loro erano diretti dove eravamo diretti noi così colsi l’ occasione per chiedere indicazioni sulla strada da seguire per arrivare al palaeur.

Finalmente ripartiamo e ben presto arriviamo all’ eur. Chiediamo un’ informazione ad un passante ma appena sente il nostro accento napoletano si dilegua in tutta fretta. Arrivammo senza chiedere niente a nessuno fino ai cancelli del palaeur e parcheggiammo la macchina quasi davanti al palco (ahh, ahh). Stanchi morti ci appisolammo in un aiuola insieme a tanti altri fan; qualche figlio di papà, qualche vecchietto veterano qualche tossico… 4 chiacchiere, l’ orologio segna finalmente le 18:00 quando si aprono le porte del paradiso. I caramba ci fanno buttare i tappi dalle bottigliette d’ acqua (non ho mai capito perchè), 4 salti sulle scale e finalmente dall’ alto si intravede il palco dove di lì a poco si consumerà la più strepitosa festa del rock a cui abbia mai assistito. Ci tengo a scendere in mezzo alla folla, quasi davanti al palco. Ci sediamo per terra e attendiamo le 21:00, davanti a me un enorme castello e sopra la mia testa una mega palla di acciao; cosa succederà? all’ improvviso le luci si spengono e contemporaneamente quella grande palla inizia a penzolare. Finirà col schiantarsi nel castello che si sbriciolerà, dalle macerie uscirà angus con la sua gibson minacciosa, Si toglie il cappello davanti a tutti noi e attacca subito con back in black. Sono incredulo, agos mi guarda stupito come se mi volesse chiedere cosa stava succedendo . Per 20 secondi i miei piedi non toccarono la terra…non dimenticherò mai più quel momento. La band è in forma accettabile, angus è in divisa come sempre; si muove tanto anche se non si dimena come fece 16 anni prima a Parigi. L’ amplificazione è ottima e ci sono tutte le premesse per uno show memorabile. Arriva il momento in cui Angus si esibisce nel famoso strep e si abbassa il pantalone mostrando le mutande con tanto di bandiera italiana prima, e il culo dopo. Phil non sbaglia un colpo con quelle bacchette, Cliff e Malcolm obbedienti come sempre. é il momento di highway to hell: dal suolo si innalza lentamente una gabbia avvolta dalle fiamme con dentro angus che strimpella un riff strepitoso prima di attaccare con il pezzo. Troppo bello…

Whole lotta rosie: tatarataratata.. una mega bambola gonfiabile invade il palco e le nostre menti…si ricomincia a pogare e nuovamente volo insieme agli altri. Una goduria memorabile, inutile raccontarvi i dettagli. Let there be rock: all’ improvviso Angus lascia a Malcolm la scena per dirigersi dietro le quinte, dove una macchina per i campi da golf lo aspetta. Mi chiedo dove stava andando, quale altro colpo di scena dovevo attendermi. All’ improvviso sento un boato che proviene dal fondo; é lui, é Angus. Sale su una piattaforma circolare che si innalza gloriosamente verso il cielo per fare un inno al rock senza precedenti, strapazza la sua gibson, si dimena per terra… avrei voluto non finisse mai quel momento ma arrivò il momento di for those abouth the rock: i cannoni iniziarono a sparare, ancora ricordo la faccia imperterrita di Agos che incredulo esclamò: anche i cannoni! questi sò pazzi. Dopo circa due ore di puro rock n’ roll le luci si riaccesero e tutti noi ripiombammo a terra. Il sogno era finito…

Cari amici, sono passati tanti anni ma vi confesso che ricordo ogni attimo di quel concerto. Io le cose belle non le dimentico…Ho visto suonare gente come i dire straits, i pink floyd, placebo, oasis ma mai nessuno mi ha impressionato come gli ac/dc. Spero siate della mia stessa opinione

Al prossimo concerto
Sinceramente
Salvatore Guadagni