Stoccolma 2009: qualche bicchiere di vino con Brian e Cliff

di Gabriele Staff AC/DC Italia – gabriele@acdc-italia.com

L’idea di partire per Stoccolma devo dire che è nata quasi all’improvviso. Per la parte europea del Black Ice tour avevamo pianificato di assistere agli show coincidenti con i sabati, a parte qualche eccezione per le irrinunciabili date estive negli stadi più importanti, Monaco e Parigi in primis. Sapendo che altri due nostri amici italiani avrebbero assistito alla prima data ad Oslo e alle seguenti in Svezia e Francia, fino a fine Febbraio, Marco lanciò di getto l’idea di partecipare anche noi allo show solo qualche settimana fa. Fatti due conti, il giorno dopo prenotammo volo ed albergo per Stoccolma. Rimaneva solo il problema dei biglietti. La nostra prima idea era quella di partire senza, sperando di recuperarli fuori dal Globen, luogo dove si sarebbe tenuto il concerto. Ad ogni modo, dopo parecchi tentativi sull’equivalente svedese di Ebay “Tradera” ne trovammo due ad una cifra tutto sommato ragionevole (lo show andò sold out in poche ore), facendoceli così spedire direttamente in hotel. Dopo un viaggio abbastanza tranquillo e senza intoppi, durato circa 4 ore tra volo e autobus, raggiungiamo Matteo e Stefano in città. Sistemiamo la nostra roba nelle stanze e ci consultiamo sul da farsi. Le proposte sono contrastanti: c’è chi vorrebbe recarsi al Globen (il sottoscritto) per magari assistere a un probabile, ma fino a un certo punto, sound-check; oppure andare verso il Grand Hotel, situato circa a 1 km da noi, nel quale alloggiava la band. La seconda ipotesi era la più sicura, in quanto confermata anche da altri fan conosciuti sul luogo. Pertanto, ci incamminammo verso la location, mentre la temperatura cominciava a scendere, insieme al sole.

Arriviamo al lussuosissimo albergo, che da proprio sul porto. Un attimo di briefing sulla prossima mossa: aspettare fuori la band o tentare di entrare, consapevoli di spendere qualcosa ma stare al caldo seduti su comode poltrone? Abbiamo deciso: Marco rimuove il suo cappellino marchiato AC/DC prima di recarci all’interno. Tutto quello che vogliamo è non farci riconoscere come fans arrivati appositamente per incontrare la band, ma comportarci in modo discreto ed educato, mettendo in gioco anche la possibilità di tornare a casa senza nulla in mano. Eccoci nella hall. Fermiamo un addetto dell’hotel per chiedere un tavolo, preferibilmente vicino all’ingresso, in modo tale da poter avvistare qualcuno della band in modo più tempestivo. Ci dicono di attendere 30 minuti, che passiamo in zona reception fantasticando sul possibile incontro. Le nostre teste continuano a girarsi a destra e a sinistra, nella speranza di inquadrare anche solo uno dei nostri 5 “obiettivi”. Passata l’attesa, veniamo accomodati in una zona più interna rispetto all’ingresso, esattamente vicino al bar. La vista non è cosi male, decidiamo così di ordinare qualcosa di economicamente abbordabile. Ce la caviamo con 50 corone svedesi (circa 5 euro) a testa per un semplice The/Caffè! Ad un certo punto Matteo, sempre rivolto verso l’entrata della sala, ha un sussulto: “Ragazzi, Ragazzi, c’è Brian con Cliff, è entrato ora!” Ci giriamo di botto. Sono proprio loro! Mi viene cosi assegnato il glorioso compito di andare a “fermarli”. Non per altro, Brian potrebbe più facilmente ricordarsi del sottoscritto, a seguito del meeting nel 2006 e di qualche messaggio. Ci speriamo tanto.

Mi avvicino, saluto Brian: “Hey Brian, I’m Gabriele..”. Neanche il tempo di finire che subito replica “Yeah, from Italy!”. Il passo più importante è fatto, gli altri nel frattempo mi hanno già raggiunto all’ingresso della sala e si sono aggiunti ai saluti. Brian è davvero contento di vederci, ci invita immediatamente (in Italiano!!) a bere un bicchiere di vino con Cliff al loro tavolo. Rispondiamo che abbiamo già un nostro posto a sedere molto più comodo e ampio, su morbidi divanetti. Il cantante promette che entrambi ci raggiungeranno in 5 minuti. Ritorniamo ai nostri posti, emozionati ma allo stesso tempo felici dell’accoglienza e gentilezza di Brian. Dopo poco tempo Matteo interrompe la conversazione (di nuovo) e quasi sottovoce, guardando alle mie spalle, realizza: “Stanno arrivando da noi!”. Con I loro bicchieri di vino in mano si accomodano al nostro tavolo e in un batter d’occhio ecco arrivare subito del vino, calici e camieri pronti a servire. In circa 2 ore e 30 di incontro non ho mai visto il mio bicchiere vuoto, cosa da non crederci. Si è parlato inzialmente di cibo italiano se non ricordo male. Brian ha più volte espresso il suo parere riguardo alla nostra cucina all’estero: nulla a che vedere con quella realmente offerta in Italia. Racconta che in un ristorante italiano a St. Louis chiamato “Cin Cin”, nel quale si recò a mangiare durante la tournèè americana, gli furono serviti dei ravioli pesantissimi. Ovviamente non si fece scrupoli a farsi cambiare il piatto, così come in altre occasioni di “cucina italiana all’estero”. Poi si passò al soggiorno in Toscana nel 2007, per festeggiare i suoi 60 anni in una villa affittata nel Chianti. Fu colpito dalla quantità di cibo cucinato dai suoi parenti, tra l’altro ottimo a suo dire, e soprattutto dalla celebre “fiorentina”. Altra curiosità, uno dei vini preferiti di Brian pare essere il Brunello di Montalcino.

Altro punto importante del nostro incontro era quello di domandare ai diretti interessati se era in programma una sorta di data estiva, precisamente a Verona, tra Maggio e Giugno. Purtroppo non ne erano assolutamente al corrente, anche se Brian mostrò il suo particolare apprezzamento per la città veneta. Una delle sue preferite in Italia. La conversazione prosegue parlando quindi dei concerti nel nostro paese. Li avvisiamo sulla calorosità del nostro pubblico, nulla a che vedere con gli spettatori americani. Brian e Cliff rimango sorpresi quando riferiamo loro che il concerto sarà del tipo G.A “General Admission”, ossia con biglietto unico e non con posti numerati divisi per settori, come invece avviene per tutti gli altri concerti europei. “Sarà un bel macello” affermano.

Il nostro incontro è stato davvero pieno di aneddoti, devo ammettere che è un pò difficile ricordarsi tutto. Il più curioso fu senz’altro un episodio accaduto a Mosca, durante il celebre concerto del 1991. Praticamente Brian ci raccontò che prima di salire sul palco ebbe un impellente bisogno di far pipì, probabilmente a causa dell’emozione nel trovarsi ad un evento del genere. Trovò un rottame di ferro – così appariva – per soddisfare il suo bisogno fisiologico. In men che non si dica fu circondato da soldati che gli puntarono contro i loro fucili, pronunciando frasi a lui incomprensibili: Quel “rottame di ferro” erano i resti del satellite Sputnik, il primo satellite artificiale in orbita della storia! Per sua fortuna aveva con sè una stecca di sigarette, che bastò a calmare gli animi. Brian ci tenne a far sapere che aneddoti come questo saranno raccolti in un libro scritto da lui, che sarà pubblicato ad Ottobre 2009. Ci saranno inoltre ben 4 capitoli dedicati a Cliff Williams, spesso suo compagno di curiose avventure. Oltretutto Brian ha più volte simpaticamente preso in giro il bassista riguardo al suo pessimo rapporto con i motori…devo dire che siamo rimasti davvero colpiti dalla loro intesa, sembravano quasi fratelli. Forse anche per merito del vino: eravamo infatti già alla seconda delle tre bottiglie ordinate; 2000 corone (circa 200 euro) l’una, per nostra fortuna offerte dai due membri della band!

Mentre gli altri si intrattengono con Brian, io e Marco cerchiamo di spostare la conversazione con Cliff Williams. Gli spieghiamo di AC/DC Italia e del grande seguito di fans in Italia, per poi fare i nostri complimenti per Black Ice e al suo modo di suonare, cosi preciso e ricco di groove. Il bassista si ritiene molto soddisfatto del nuovo album, dice di preferire Brendan O’ Brian a George Young come produttore, esaltando la professionalità del primo e aggiungendo che la sua traccia preferita di questo nuovo lavoro discografico è “Moneymade”. Si parla anche del suo infortunio ai tendini della mano sinistra, una delle principali cause di questa lunga assenza dalla scene. Ora non ricordo con esattezza se spiegò di essere rimasto fermo per 3 anni; disse di essere ripartito quasi da zero dopo l’operazione e la fisioterapia. La sua impostazione nel suonare è stata quasi rivoluzionata a seguito dell’intervento. A questo punto chiedo a Cliff di scrivere poche righe per i fans italiani. Giudicate voi stessi dalla frase e dalla calligrafia nella foto in questa pagina!. Mi restituisce il foglio senza nemmeno firmare, è chiaro che l’alcol ha preso il sopravvento. L’allegria regna comunque sovrana tra tutti noi. Lo ringraziamo comunque, mentre nel frattempo si avvicinano altri fans per far firmare autografi.

Mentre le nostre vesciche implorano pietà, con tutto quel vino, la chiaccherata prosegue. Riesco quindi a sedermi a fianco di Brian. Gli dico che guardando e seguendo la band come appassionato si noti quanto si divertano sul palco insieme e di come riescano a dimostrare la loro umiltà in tutto e per tutto, senza atteggiarsi da rockstar. Risponde che gli fa piacere sentire certe parole: dice che gli AC/DC sono semplici da suonare, ma appunto per questo ogni componente deve metterci la sua dose di passione, groove e divertimento per rendere la musica della band speciale e cosi coinvolgente…

Oramai sono le 20 passate. Brian e Cliff si alzano, spiegando che è giunta l’ora di andare a riposarsi. Il giorno dopo avranno un show e dovranno essere al massimo delle energie. Si, perchè Brian si augura di riuscire a mantenere la sua forma costante per tutto il tour e non deludere nessuno. Fino ad ora ha svolto un ottimo lavoro, senza alcun dubbio.
Dopo le foto di rito, gli abbracci e l’appuntamento con il giorno successivo ci salutiamo. Brian e Cliff tornano nella hall dove incontrano pochi altri fan, alcuni dei quali nostri amici svedesi, che ci racconteranno di aver notato una leggera “allegria” nel loro comportamento. Decidiamo di rimanere altri 10 minuti per ripercorrere le ultime due ore, anche se con le menti un pò offuscate dal vino.

Sapete, pochi secondi dopo l’inizio del nostro incontro ci sembrava di parlare con degli amici di sempre. Il loro entusiasmo, la loro energia e spensieratezza da ventenni sembravano davvero inesauribili. Speriamo di aver reso l’idea con questo racconto. La nostra conclusione è che Brian e Cliff sono davvero delle grandi persone, che capiscono cosa vuol dire impegnarsi al massimo per i fans. Sappiamo tutti quanto hanno faticato per arrivare dove sono ora e se ce l’hanno fatta, è anche grazie a milioni di appassionati che li hanno supportati per più di 30 anni, che la band non vuole e non vorrà mai deludere per nessun motivo al mondo.


Da sinistra: Gabriele, Cliff, Marco, Brian

E' passato troppo / Ci vediamo / Dove c***o capita!
Cliff Williams