Arnhem 2015: incontro con Angus, per un soffio

Finalmente ci siamo: trolley ok, zaino con attrezzatura fotografica al completo, check in Ryanair e biglietti per il concerto stampati. E’ Lunedì mattina, 4 Maggio 2015, e mancano poche ore per cominciare la trasferta verso Arnhem, in Olanda, per assistere al “vero” ritorno live (dopo un “aperitivo” live al Coachella lo scorso mese) degli AC/DC. Ed ecco che riaffiorano le sensazioni di 6 anni fa, la stessa adrenalina che aveva contraddistinto i preparativi per partecipare ai concerti del Black Ice Tour. Un’adrenalina inconfondibile, che si era arenata in qualche angolo del nostro cervello in attesa di essere riportata ai massimi livelli. Lo sapevamo sarebbe successo, prima o poi. Quel giorno è finalmente arrivato, dopo 5 lunghi anni dall’ultimo show. Siamo in tre a partire dall’aereoporto di Bergamo: io, Edoardo e Fabio, che ci raggiunge da Parma. Andrea ci attende direttamente a Düsseldorf, dopo una levataccia alle cinque di mattina a Pescara, 2 ore e mezza di macchina verso Roma, 1 ora e mezza di aereo e altre 5 ore di attesa per l’arrivo del nostro volo, alle 4 del pomeriggio (se non è Passione questa!).

Atterrati in orario, ci si incontra all’uscita degli arrivi con il sorriso stampato in faccia: seppur ci fossimo sentiti tutti i giorni per questioni legate al sito o altro, non vedevo Andrea da 5 mesi, e la felicità di poterlo riabbracciare nuovamente era davvero tanta. Come programmato, decidiamo di affittare una macchina presso il punto Europcar all’interno del piccolo aereoporto tedesco. Con 30 euro a testa abbiamo quindi noleggiato il nostro comodo e indipendente mezzo di trasporto verso Arnhem, che si trova a circa 50 minuti di strada.

L’incontro con Angus
Giusto il tempo di percorrere qualche chilometro e formulare l’idea di fare comunque un sopralluogo presso la location del concerto (così per sfizio), veniamo avvisati da Francesco, un utente storico nonché amico legato ad AC/DC Italia, che la band sta provando all’interno del Gelredome. Precisa che è entrata da circa un’ora, mentre all’esterno ci sono circa 20 fans scarsi. Guardiamo il navigatore, che ci notifica 40 minuti all’arrivo a destinazione. Ci domandiamo ovviamente se ce la faremo ad arrivare per riuscire ad incrociarli prima che se ne vadano. Approfittando delle autostrade tedesche fino al confine – inesistente in realtà – vediamo di recuperare qualche apparente misero, poi fondamentale minuto schiacciando sull’acceleratore e confidando nella guida sportiva del buon Fabio che si trova al volante. Guardando dal finestrino si susseguono velocemente i verdi campi che dominano il paesaggio, mentre un cielo azzurro cosparso di pittoresche nuvole bianche mette del sano ottimismo fra di noi, stretti in una piccola Ford Fiesta sfrecciante sulle ordinate, perfette e lineari strade che oramai fanno parte già del territorio olandese. “Ce la facciamo, ce la facciamo”, continua a ripetere speranzoso il nostro pilota.

Le abitazioni e gli incroci si fanno più frequenti, segno che il centro urbano di Arnheim è oramai alle porte. Mancano pochi minuti al Gelredome, che già vediamo in lontananza. E’ una sorta di grande palazzetto che funge anche da stadio (34.000 posti), con la possibilità di scoprire il tetto. All’esterno è ricoperto da vetrate in diverse tonalità di azzurro ed è circondato da svariati parcheggi: imbocchiamo l’ingresso principale e posteggiamo poco distante dal ridotto – per fortuna – gruppo di fans che già sembra trepidare per l’imminente arrivo di qualcuno. In fretta recuperiamo le nostre macchine fotografiche e la bandiera di AC/DC Italia dagli zaini nel baule e ci fiondiamo da loro. Man mano che ci avviciniamo riconosciamo qualche viso a noi molto familiare. C’è Francesco con cui abbiamo parlato fino a qualche minuto prima, ci sono i fans “storici” Alan e Michel, qualche tedesco, un paio di ragazzini con i loro genitori e i nostri compagni di avventure “on the road” Matteo e Stefano, che non vediamo di persona dal Maggio 2011, in occasione della premiere del video “Live at River Plate”, avvenuta in quel di Londra.

Ancora abbracci, pacche sulle spalle, sorrisi e nell’aria quel palpabile senso di appartenenza ad una Famiglia finalmente riunita dopo tanto tempo, indipendentemente dalla nazionalità e provenienza, coesa da un unico “credo”. Il tutto dura pochi minuti, fino a quando uno dei presenti nota l’uscita di Angus dall’entrata principale del Gelredome, accompagnato dalla onnipresente guardia del corpo. Si dirigono subito verso di noi, che nel frattempo siamo tutti quanti appoggiati alle transenne che delimitano il passaggio. Come sempre estremamente disponibile, visto anche il basso numero di persone presenti, comincia a firmare autografi e scattare fotografie a turno, in maniera ordinata. Riusciamo tutti a stringergli la mano ed immortalarlo con la bandiera di AC/DC Italia.

Dopo aver impresso la sua firma su giubbotti, cover di cellulari (!), cd e quant’altro, viene chiamato a gran voce da un gruppo di motociclisti a poche decine di metri. Angus, sempre accompagnato, li raggiunge. Qualche altra stretta di mano per poi vederlo salire, con nostro stupore, su una delle loro moto – che sotto di lui sembrava davvero gigante – facendo le sue consuete corna. Un episodio insolito, che fa sorridere tutti i presenti per qualche istante. Terminati i saluti torna verso l’ingresso della location per salire su una Mercedes nera che si dirige verso l’uscita.

Sono stati 10 minuti concitati, in una situazione fortunata vissuta azzeccando i tempi – come spesso accade in occasioni di questo tipo. Ragionando a mente quasi fredda, sarebbe bastato qualche semaforo rosso in più e un attimo di coda per poter perdere questi attimi. Ora che siamo tutti più tranquilli, abbiamo tutto il tempo per scattare la foto di rito all’esterno della venue, farci un panino-premio nel McDonald a fianco e dirigerci all’adiacente Ede, questa volta senza liberare i cavalli della nostra Fiesta, per raggiungere il nostro albergo.